Adenopatie cervicali

J.-J. Pessey, X. Rose, S. Vergez

EMC - Otorinolaringoiatria(2009)

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摘要
Le adenopatie cervicali possono essere in rapporto con molteplici eziologie, che si inseriscono in un contesto generale (infezione, malattie ematologiche) o nel quadro della gestione di un cancro delle vie aerodigestive superiori, accertato o meno (adenopatia predominante). In tutti i casi si deve tenere conto del contesto e delle condizioni di comparsa. L’esame clinico, in particolare l’esame otorinolaringoiatrico (ORL), è fondamentale, e permette di orientare nel miglior modo gli esami diagnostici. Tra questi è necessario insistere sull’importanza dell’ecografia. Tomodensitometria (TDM) e risonanza magnetica (RMN) possono essere molto utili per la diagnosi delle adenopatie maligne. La tomografia a emissione di positroni (PET) può fornire elementi interessanti, e l’agoaspirato permette, il più delle volte, una diagnosi precisa. L’insieme di questi mezzi rende oggi relativamente raro il ricorso a una cervicotomia esplorativa. Esistono tumefazioni cervicali non linfonodali la cui identificazione si basa innanzitutto sulla localizzazione. Tra le cause infettive, la tubercolosi conserva un ruolo importante soprattutto tra gli immigrati e nei pazienti infettati dal virus dell’immunodeficienza umana. In funzione del contesto possono essere sospettate altre infezioni (micobatteri atipici, malattie da graffio del gatto ecc.), senza dimenticare le adenopatie che compaiono nel corso dell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Le adenopatie di origine ematologica sono essenzialmente in rapporto con i linfomi Hodgkin o non- Hodgkin. La puntura citologica e la linfoadenectomia con esame istologico e immunoistochimico permettono la diagnosi e la tipizzazione. Prima di iniziare il trattamento, essenzialmente chemioterapico, è indispensabile una valutazione dell’estensione. Le adenopatie cervicali metastatiche pongono il problema aggiuntivo dell’identificazione della neoplasia primitiva, quando questa non è conosciuta, e della gestione terapeutica, che deve comprendere sia il trattamento del tumore primitivo (o dei suoi siti potenziali) sia quello delle metastasi linfonodali. La chirurgia e la radioterapia sono tuttora gli elementi terapeutici essenziali, anche se la chemioterapia viene associata sempre più spesso secondo diverse modalità. Le possibilità terapeutiche devono essere discusse in funzione delle circostanze: stadio linfonodale, tumore primitivo ecc.
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