Fisiopatologia dell’ipovitaminosi D nell’anziano

L'Endocrinologo(2017)

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Sommario L’ipovitaminosi D è definita da livelli sierici di 25-OH vitamina D (25-OHVD) inferiori a 30 ng/ml ed è frequente nell’anziano, specialmente in presenza di fattori interferenti con l’assorbimento intestinale e/o il metabolismo della VD. Tale condizione determina un’alterazione dell’omeostasi calcio-fosforica con ripercussioni muscolo-scheletriche che conducono a osteoporosi, osteomalacia, ridotto trofismo e performance muscolare, aumentato rischio di caduta e di frattura. Ridotti livelli di 25-OHVD sono stati, inoltre, associati a numerose altre condizioni patologiche, fra cui neoplasie, malattie infettive e autoimmuni, patologie cardiovascolari e metaboliche, alterazioni della funzionalità gonadica, malattie neuropsichiatriche, dolore cronico e ad aumentata mortalità. Numerose evidenze scientifiche hanno documentato l’effetto favorevole della supplementazione di VD sulle manifestazioni muscolo-scheletriche e sulla mortalità, mentre non sono ad oggi conclusive riguardo agli altri benefici extrascheletrici. Lo screening dell’ipovitaminosi D nella popolazione anziana non è vantaggioso mentre il dosaggio della 25-OHVD può trovare indicazione in specifici contesti clinici. La supplementazione di VD è indicata nell’anziano soprattutto in presenza di comorbidità o fattori di rischio di ipovitaminosi D e si basa principalmente sull’impiego del colecalciferolo per via orale, con modulazione della posologia in funzione del grado di carenza.
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关键词
Ipovitaminosi D, Anziano, Effetti scheletrici, Effetti extrascheletrici
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