Prevenzione cardiovascolare per il nostro tempo

mag(2013)

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摘要
In occasione di EuroPrevent 2013 (Roma, 18-20 aprile 2013), la Federazione Italiana di Cardiologia, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanita di Roma presenta ai cardiologi ed agli altri operatori sanitari italiani la traduzione ufficiale delle linee guida europee 2012 sulla prevenzione cardiovascolare nella pratica clinica1 assieme a quella di un articolo complementare, richiesto dagli autori delle linee guida alla Sezione PEP (Prevention, Epidemiology and Population science) dell’EACPR (European Association of Cardiovascular Prevention and Rehabilitation) della Societa Europea di Cardiologia, intitolato “Cambiamenti a livello di popolazione per promuovere la salute cardiovascolare”2. Riteniamo si tratti di un passo importante ma non esaustivo per la pratica della prevenzione cardiovascolare in Italia. In effetti in un recente editoriale comparso contemporaneamente su European Journal of Preventive Cardiology3 e Atherosclerosis4 intitolato “Linee guida sulla prevenzione cardiovascolare: confondenti o complementari?” eminenti coordinatori di recenti linee guida commentano: “le societa nazionali dovrebbero essere fortemente incoraggiate a chiedere ai loro gruppi di esperti e di lavoro di esaminare queste linee guida sulla prevenzione cardiovascolare per vedere se esse debbano essere adattate alle esigenze locali di tipo socio-economico e culturale”. E quanto abbiamo fatto, indicando le esigenze di adattamento in questo editoriale. Inoltre non va dimenticato il quadro generale in cui la prevenzione cardiovascolare si inserisce, che e quello delle malattie cronico-degenerative, dato che molti fattori di rischio cardiovascolare lo sono anche per diabete, tumori, malattie dell’apparato respiratorio. Per questa ragione la comunita internazionale si e mobilitata ad altissimo livello, le Nazioni Unite, che hanno pubblicato, nel settembre 2011 un documento ufficiale5, il secondo nella loro storia ad occuparsi di salute, sulla prevenzione e controllo delle malattie degenerative, in primis quelle cardiovascolari, considerate di importanza vitale a livello planetario. Ad un anno di distanza, nel settembre 2012, i Presidenti delle Societa e Fondazioni Internazionali di Cardiologia hanno pubblicato su European Heart Journal, Circulation, Journal of the American College of Cardiology e Global Heart una “chiamata all’azione” intitolata “Il nostro tempo. Un appello per prevenire le morti cardiovascolari (infarti e ictus)”6. Il merito principale di questa “chiamata all’azione” e che i Presidenti delle Societa e Fondazioni Internazionali di Cardiologia, nel fare propri l’obiettivo di risultato e gli obiettivi di esposizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS)7, ribadiscono che “per fermare e far regredire l’epidemia delle malattie cardiovascolari e fondamentale che il carico delle malattie cardiovascolari sia adeguatamente affrontato e cio richiede che coloro che vivono con una malattia cardiovascolare e che sono ad alto rischio di svilupparla abbiano accesso ai trattamenti ed all’assistenza”. I due documenti presentati in questo numero del Giornale Italiano di Cardiologia sono strumenti efficaci per conseguire queste mete ambiziose, ma richiedono una rivalutazione in relazione alla realta italiana. Per quanto riguarda le linee guida europee 2012 sulla prevenzione cardiovascolare nella pratica clinica1, l’integrazione principale da compiere in Italia e l’adozione degli strumenti ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanita di Roma per il calcolo del rischio cardiovascolare globale nella popolazione italiana. Si tratta delle carte del rischio e del sistema a punteggio8,9, coerenti con lo strumento SCORE proposto a livello europeo, dato che molte coorti CUORE vi collaborano10 ma superiori per l’inclusione degli eventi non fatali, rigorosamente eseguita e confrontata a livello internazionale11, per la possibilita di stimare il rischio nei soggetti dai 65 ai 69 anni (lo SCORE si ferma a 65 anni), e soprattutto in via di aggiornamento data la disponibilita di nuove coorti e relativo follow-up a livello nazionale12. Si riportano qui le carte del rischio (Figura 1), ricordando che il programma cuore.exe e gratuitamente scaricabile dal sito dell’Istituto Superiore di Sanita per tutti i medici italiani13 e che e disponibile anche una versione online14. In relazione alle equivalenze di rischio con lo SCORE, in prevenzione primaria, il riferimento e riportato in Tabella 1. Un’altra considerazione fondamentale per la prevenzione cardiovascolare in Italia e l’intervento per promuovere e mantenere il “basso rischio cardiovascolare o profilo di rischio favorevole” sin dall’infanzia nell’intera popolazione. Questa strategia e stata solo accennata nei due documenti qui presentati1,2, anche se le “Modificazioni a livello di popolazione per promuovere la salute cardiovascolare”2 contengono indicazioni operative per raggiungere questo risultato. Esistono comunque dati fondamentali a sostegno del profilo di rischio favorevole. In Italia, nel Progetto CUORE, su una popolazione di oltre 7000 uomini e 13 000 donne dai 35 ai 69 anni, esenti da malattie cardiovascoEDITORIALE
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